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di Annamaria Gioacchini - Ostetrica e Presidente dell'Associazione Nascere e Crescere
tratti dalla rivista "Donna & Mamma"

Il contatto, il latte della mamma...
Ritrovarsi, dopo la nascita, con il proprio bebè. E riscoprire gesti semplici, che facilitano l'allattamento

Cristina venne a conoscermi durante la gravidanza del suo secondo figlio. Tre anni prima era nata Benedetta, ma l'esperienza del parto non le aveva lasciato un bel ricordo.

Le informazioni contraddittorie ricevute e la mancanza di un vero sostegno le avevano impedito di vivere il travaglio e l'allattamento al seno in maniera serena e soddisfacente. Ma il tempo e il confronto con altre mamme le avevano nel frattempo permesso di fare chiarezza sui suoi reali bisogni e desideri.

*La nascita di Alberto era l'occasione per potersi mettere nuovamente alla prova e cercare di superare la sensazione di inadeguatezza provata al primo parto. Ricordo ancora la scena del primo abbraccio avvenuto tra Cristina, Alberto e Marco, il suo papà. Le esclamazioni di gioia e le lacrime esprimevano tutta la ricchezza e l'intensità delle emo-zioni che provavano.

Il piccolo Alberto ha subito messo in funzione tutti i suoi sensi. Prima ha annusato l'odore della sua mamma, poi ha assaporato e gustato il suo seno.

e naturali, il cui segreto sta nell'offrire un ambiente confor-tevole, sereno, rispettoso che non imponga fretta e lasci che madre e figlio si ritrovino, si scoprano.

*Attaccato al seno della mamma, il piccolo trova piacere, conte-nimento, benessere, nutrimento e stimola le ghiandole mammarie a produrre latte. A sua volta, la stimolazione del seno induce le contrazioni uterine, che dopo il parto favoriscono l'espulsione della placenta, e nei giorni successivi la regressione progressiva dell'utero.

Permettere che il bimbo si attacchi al seno nelle prime quattro ore dalla nascita vuoi dire lasciargli la possibilità di utilizzare al meglio il suo istinto di suzione. E assicurare un allattamento soddisfacente per entrambi.

Sono bastati pochi movimenti per individuarne la posizione e si è avventato a bocca spalancata sui capezzolo!
Al piacere di Alberto si univa quello di Cristina, stupita di fronte a tanta competenza del suo bebè.

*I bambini sanno fare, le loro mamme anche! Tutto questo si compie nel silenzio e con qualche gesto affettuoso. Le parole non sono affatto necessarie. Cristina poteva finalmente dimenticare per sempre quella frase, che una operatrice le aveva detto dopo la nascita di Benedetta e che l'aveva tanto ferita e condizionata: ?Non ti preoccupare se non mangia, poi gliela do io l'aggiunta, QUELLA BUONA!?

Oggi, purtroppo, ci ritroviamo a dover riapprendere gesti semplici

Articolo tratto da "Donna&mamma" Aprile 2002

 


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